1. L’importanza della comprensione della legge del Kamma

All’interno del corpo dottrinale del Buddismo la legge del Kamma riveste un’importanza fondamentale. Sebbene tale credenza fosse già presente in India all’epoca, fu proprio il Buddha che la spiegò e la formulò nella forma e nel contenuto giunti sino a noi.
Colpito dall’apparente e a volte sconvolgente disparità fra gli esseri umani, il giovane Bramino Subha (i bramini, o anche bramani, sono la casta sacerdotale, la più alta e potente, della religione induista) avvicinò il Buddha con l’intento di fargli delle domande e gli chiese la ragione di tale ineguaglianza:
“Qual è la causa e condizione che conducono gli esseri umani ad essere considerati superiori o inferiori? Per cui sono longevi o muoiono prematuramente, malati o in salute, brutti o di bell’aspetto, influenti o ininfluenti, poveri o ricchi, di umili natali o di nobile nascita, stupidi o intelligenti?”
La risposta del Buddha fu:
“Tutti gli esseri viventi sono padroni delle loro azioni, eredi delle loro azioni, provengono dalle loro azioni, connessi alle loro azioni e fanno delle loro azioni il proprio rifugio. E’ l’azione (Kamma significa proprio ‘azione’) che distingue gli esseri fra superiori e inferiori.”
(dalla raccolta: Majjhima Nikaya Sutta No. 135, Culakammavibhanga Sutta)
Quindi da questo punto di vista le nostre attuali differenze mentali, morali, intellettuali e caratteriali sono dovute, perlopiù, alle nostre azioni e tendenze passate e presenti. Sebbene nel Buddismo si attribuiscano tali differenze al Kamma, la causa principale fra tutte le altre, ciò non significa, però, che tutto è attribuibile al Kamma. 

2. Che cos’è il Kamma

Il termine in lingua Pali (la lingua del Buddha, ovvero un dialetto del Sanscrito, la lingua antica parlata in India all’epoca) Kamma (in Sanscrito si dice Karma) significa letteralmente azione o agire. Qualunque azione intenzionale o proveniente dalla nostra volontà, perpetrata con la mente, con la voce o con il corpo è considerata Kamma. Quindi esso include qualsiasi pensiero, gesto o parola. Più generalmente possiamo dire che il Kamma include tutte le azioni morali e immorali.
Nella raccolta Anguttara Nikaya il Buddha afferma che: “cetana (pronuncia: ketana = volontà) è Kamma”.
Pertanto le azioni non intenzionali, involontarie o inconsce non costituiscono Kamma, poiché la volontà (cetana), il fattore più importante, è assente.
Senza la volontà un’azione è sterile, ossia non produce alcuna reazione di significato morale.
Il Kamma non è il fato, né predestinazione, imposti su di noi da un misterioso potere sconosciuto che controlla le nostre vite. Sono le nostre azioni che agiscono sulla nostra vita, quindi è possibile deviare o cambiare il percorso del nostro Kamma. Il grado di deviazione dal Kamma originale dipende esclusivamente da noi. Il passato influenza il presente, ma NON lo domina, poiché nel Kamma sono importanti sia le azioni del passato che quelle del presente.

3. Come opera la legge del Kamma?

Kamma
è l’azione ed esiste una reazione a quest’azione, ossia il frutto o risultato (vipaka).
Quindi Kamma è la causa e vipaka è l’effetto. Pertanto secondo la legge del Kamma ogni atto volitivo (intenzionale) è accompagnato dal suo effetto derivato. Quindi ricapitolando il passaggio è il seguente:
cetana (volontà) >> Kamma (azione) >> vipaka (frutto, conseguenza).
Ricordate che senza cetana o volontà, l’azione o Kamma è sterile e non può pertanto generare vipaka ossia frutti moralmente significativi (nel bene o nel male).
Il Kamma è una legge che opera per conto proprio, senza l’intervento di regole esterne.
Essa agisce nel seguente modo:
Tutte le azioni immorali creano risultati immorali. Ci sono 10 azioni immorali, che sono: corporee - uccidere, rubare, condotta sessuale erronea; verbali - mentire, calunniare, usare parole dure, chiacchierare in modo frivolo e inutile; mentali - avidità, malevolenza, illusione.
Tutte le azioni morali creano risultati morali. Astenersi dalle 10 azioni immorali poc’anzi citate, costituisce un’azione moralmente significativa. Inoltre ci sono altre azioni meritevoli: carità/generosità, cura della mente, rispetto, essere di utilità, trasferimento dei meriti, rallegrarsi dei meriti altrui, insegnare il Dhamma, ascoltare il Dhamma e adottare una retta visione.
Non è possibile eseguire un’azione morale/immorale e far ricadere i risultati su un’altra persona. Il Kamma è strettamente connesso alla persona che lo vive.
Nel campo del Kamma personale appartengono le seguenti azioni: le proprie azioni, istigazione di azioni altrui, consentire ad un altro di istigare altre azioni ed elogiare un’azione.

4. Qual è la causa del Kamma?

L’ignoranza (avijja), ossia non conoscere le cose come sono in realtà, è la causa principale del Kamma.
Il Buddha nell’Origine Interdipendente dei Fenomeni (Paticca Samuppada, vedi modulo precedente) dichiara: “L’Ignoranza condiziona le Formazioni Mentali (le nostre credenze, opinioni, convinzioni, ecc.)”.
Connesso all’Ignoranza c’è il suo alleato, il Desiderio Ardente (tanha), che è un'altra causa della formazione di Kamma. Le azioni non sane sono condizionate da questi due agenti. Solo chi ha sradicato il desiderio e l’ignoranza non accumula più alcun Kamma.
Pertanto i Buddha e gli Arahant non accumulano più alcun nuovo Kamma, poiché hanno distrutto le condizioni per il suo formarsi (ignoranza e desiderio).

5. Chi è l’artefice del Kamma? Chi ne raccoglie i frutti (Vipaka)?

Noi per scopi convenzionali utilizziamo i termini “uomo, donna, animale, essere, sé” e così via. In realtà non esiste alcuna entità immutevole nella forma di uomo, donna, ecc., che può essere indicato con un Sé, poiché tali forme consistono di processi materiali (cellule, ecc.) e mentali in costante mutamento e che non rimangono uguali per 2 momenti consecutivi. Questi “esseri” sono costituiti dai 5 Aggregati (Khandha) che sono: Materia, Sensazioni, Percezioni, Formazioni Mentali, Coscienza. Dunque non c’è artefice separato dall’azione stessa, né un pensatore separato dal pensiero. Chi è dunque l’artefice del Kamma? Chi ne sente gli effetti?
La volontà o l’intenzione (cetana) è l’artefice del Kamma.
Le Sensazioni sentono il frutto o l’effetto (vipaka).
A parte questi processi mentali, non c’è nessuno che semina e nessuno che raccoglie. Pertanto il Kamma non è un accrescimento del Sé o dell’anima, in quanto non c’è alcun sé, né anima con cui iniziare.

6. Dove va a finire il Kamma accumulato?

Un’azione (Kamma) una volta perpetrata finisce per quanto riguarda la sua esecuzione. Essa è anche irreversibile. Ciò che rimane è il suo potenziale, ossia l’inevitabilità del proprio risultato o frutto (vipaka). Nel corso della vita una persona compie innumerevoli azioni, sia morali che immorali, e pertanto accumula una gran quantità di Kamma. Ma tutto questo Kamma dove va a finire? Il Ven. Nagasena in un discorso (Sutta) risponde così al Re Milinda:
“Il Kamma non è conservato in un posto particolare di questa effimera coscienza, né all’interno del proprio corpo. Ma poiché dipende dalla mente e dal corpo, giace silente, manifestandosi al momento opportuno, proprio come i frutti del Mango non sono conservati in un posto speciale dell’albero di Mango, ma dipendono da esso, apparendo in base alla stagione.”
Allo stesso modo il fuoco non è conservato all’interno di un fiammifero, ma con le necessarie condizioni il fiammifero produrrà il fuoco. Il Kamma quindi è un potenziale individuale che si trasmette da un’esistenza all’altra.

7. Tipologia di Kamma e tempismo

Il Kamma può avere una funzione e un tempismo differenti in base a come si è prodotto. Per cui la sua forza dipende dall’azione perpetrata e il tempo in cui esso si esplica può essere immeditato o posticipato di poco o addirittura di molto. Il Kamma può come un seme rimanere silente a lungo fino a quando le condizioni lo rendono improvvisamente attivo. Ecco perché è difficile definire le linee temporali della sua formazione.
Un aspetto importantissimo del Kamma è che i suoi risultati possono essere modificati. Questo significa che la Legge del Kamma non opera rigidamente e meccanicamente, ma consente delle modifiche ai frutti che da esso maturano. Il motivo di questo è di vitale importanza nella vita spirituale degli esseri e viene così commentato dal Buddha in uno dei Sutta (Anguttara):
“Se si dovessero raccogliere tutti i frutti secondo quanto si compie, allora non esisterebbe alcuna vita di redenzione, né ci sarebbe alcuna opportunità per l’estinzione della sofferenza.
Ma se si raccoglie in accordo con i propri gesti, allora ecco che c’è un’opportunità per l’estinzione della sofferenza.”
Queste importanti considerazioni del Buddha ci dicono che il Kamma non è un sorta di destino o predestinazione. Né nessuno è costretto a raccogliere tutto quello che si è seminato nella giusta e perfetta proporzione. Possiamo raffigurare questo con l’esempio della palla da biliardo che cambia direzione quando colpisce altre palle durante il suo cammino, deviando la sua traiettoria. Proprio come un evento fisico, i processi mentali che costituiscono un evento kammico non esistono da soli. Quindi gli effetti del Kamma accumulato non dipendono solo dal suo potenziale, ma anche dal potenziale di altri Kamma. Quindi l’effetto scaturito da un determinato Kamma può essere rafforzato, indebolito o addirittura annullato da altre azioni. Può esserci anche un ritardo nella maturazione ad opera di queste interazioni.
Al di là delle condizioni esterne che possono influenzare il nostro Kamma, esistono anche le qualità spirituali da cui la nostra volontà sorge e che possono influenzare i risultati. Una persona che ha delle virtù di tipo spirituale reagisce differentemente da una persona che non le possiede e che non avrà pertanto le loro influenze protettrici, generando, quindi, un Kamma completamente diverso. La povertà di virtù spirituali provoca una concentrazione degli effetti negativi. Il Buddha fa una similitudine a tal proposito, comparando un grano di sale sciolto in una piccola ciotola di acqua e lo stesso grano sciolto nel fiume Gange. Gli effetti saranno completamente diversi.

8. Gli insegnamenti derivati dalla Legge del Kamma

La dottrina del Kamma insegnata dal Buddha è un insegnamento che punta alla responsabilità spirituale per se stessi e gli altri. Comprenderne appieno le sue implicazioni ci fa capire la cura che dobbiamo avere nei nostri gesti, parole e pensieri se vogliamo accumulare Kamma positivo.
Le parole del Buddha in versi nel Dhammapada ne rivelano la piena essenza:
Non prendete il male alla leggera, affermando: “Non si avvicinerà mai a me”, poiché anche una sola goccia ripetuta nel tempo può riempire un’intera giara. Analogamente lo sprovveduto, raccogliendone poco a poco, alla fine si riempie di male. (Verso 121)
Non sottovalutate i meriti da acquisire, affermando: “Non riuscirò a conquistarli”, poiché anche una sola goccia ripetuta nel tempo può riempire un’intera giara. Analogamente il saggio, raccogliendone poco a poco, alla fine si riempie di bene. (Verso 122)
Ricordate che un seme kammico può rimanere silente anche a lungo e improvvisamente generare i frutti conseguenti. Per questo bisogna agire correttamente non solo al minimo delle nostre possibilità, come se ciò bastasse e fosse sufficiente.
Centro Italiano di Meditazione



SuttaMagga
Kamma (Karma)
Corso Buddismo: Modulo 4

Descrizione
Maestro
Corsi Meditazione
Insegnamenti
Ritiri
Varie
Contatti
Panoramica
Meditazione Originale
Jhana
Vipassana
Samadhi
Samatha
Visione Profonda
Meditazione di Consapevolezza
Corsi di Meditazione
Meditazione sul Respiro
Pratica & Meditazione
Centro
Italiano di
Meditazione
SuttaMagga
CIMSM

AVVISO: Le informazioni contenute in questo sito sono a carattere divulgativo e non costituiscono in nessun caso consulenza di alcun tipo e pertanto non devono per nessun motivo essere usate come sostituzione di un intervento specialistico o consiglio medico. Le affermazioni contenute in questo sito, infatti, non sono intese come diagnosi, cura, o per prevenire o trattare nessun tipo di disturbo fisico o mentale.
Meditazione Jhana e Visione Profonda
Consapevolezza Respiro
Meditazione a Roma
Meditazione sul Perdono
Meditazione Camminata
Soluzioni alla Meditazione
Per qualsiasi problema o errore di questo sito vi preghiamo di contattarci
Sociale
Membro Fondatore della
Associazione Loto & Tao
Menu
Venite a trovarci su Facebook alla pagina suttamagga.it