La meditazione camminata riveste un ruolo importantissimo nella pratica, perché può essere la perfetta sostituzione di quella seduta nei casi di torpore e sonnolenza, eccitazione, nervosismo, rabbia, oppure in tutte quelle occasioni in cui si ha bisogno di ossigenare il corpo e ripristinare il movimento delle articolazioni, che altrimenti soffrirebbero e si ammalerebbero per un uso smodato e/o sbilanciato della pratica sul cuscino (o sulla sedia, anche se le gambe qui sono meno costrette).
Oltre a questi indubbi vantaggi, la meditazione camminata ha un importante applicazione e un fondamentale risvolto: serve da ponte e da preparazione per la meditazione in azione, ossia la meditazione in tutti gli ambiti della nostra vita e non solo nel nostro laboratorio di sedute. Essa ci spinge a ‘sdoganare’ i sani principi mentali, rafforzati e riscoperti nella meditazione seduta, all’interno di una dimensione più vicina alle nostre attività quotidiane. Se, inoltre, la meditazione seduta segue la meditazione camminata, ne scoprirete gli eccezionali vantaggi e le qualità mentali. Quindi non commettete l’enorme errore di sottovalutarla, come feci io agli inizi.

Tempi: agli inizi, o se avete poco tempo a disposizione, possono andar bene anche 15-20 minuti per una sola sessione al giorno. Aumentate non appena potete, senza mai forzare. Ascoltate il vostro corpo e la vostra mente, lasciando che la pratica applicata gentilmente faccia il suo lavoro. Non superate mai i 40-45 minuti quando diverrete ‘esperti’, perché oltre tale tempo il camminare interrompe i benefici che può apportare, conducendo nuovamente la mente in una dimensione di eccitazione e distrazione.
Luogo: basta uno spazio lungo una decina di metri, o anche di più, se siete in un posto tranquillo all’aperto, come un giardino, o in un ritiro presso una struttura adeguata. Altrimenti possono bastare pochi metri lineari anche in casa, se non potete o non volete uscire. Ovunque venga fatta, l’importante è non avere ostacoli o pericoli, come attraversamenti di strade e altri tipi di distrazioni. Dovete essere tranquilli. Se siete sul luogo di lavoro o lontani da casa, la meditazione camminata può essere l’occasione ovunque percorriate dei tragitti: per andare a pranzo, per andare a fare la spesa, e così via. Non applicate i principi della meditazione mentre siete al volante di un’automobile. Lì va bene la tecnica delle 6 R.

Tecnica: gli occhi ovviamente vanno tenuti aperti e leggermente al di sotto dell’orizzonte, guardando a terra a pochi metri davanti ai vostri piedi, sia per evitare di inciampare, sia per non andare dietro ad ogni distrazione visiva. Per questo motivo è importante non muovere la testa e volgere lo sguardo ai lati verso ombre di passanti od oggetti. Lo sguardo deve rimanere fisso a terra, senza muoverlo.
La camminata deve essere ad andatura NORMALE, o addirittura leggermente andante. Non si segue in questa tradizione l’eccessiva lentezza di alcuni insegnamenti di Vipassana, che rendono la camminata lenta come un camaleonte. Perché? Non deve sussistere nulla di artefatto, perché ciò comporterebbe il coinvolgimento della mente, che deve “regolare” la velocità ed interferendo in tal modo con il processo meditativo. Qui l’andatura è perfettamente normale, anche per soddisfare i bisogni circolatori dopo la meditazione seduta. Se avete uno spazio ristretto di pochi metri, quando giungete alla fine voltatevi e tornate naturalmente indietro, sempre con lo sguardo davanti a voi, ma a terra. Indossate un bel sorriso sugli occhi, bocca e nella vostra mente, e andate avanti.
Mentre camminate portate la vostra attenzione sulla sensazione di Metta, (o di Compassione, Gioia, Equanimità, le altre 3 Dimore Sublimi che sorgeranno durante i Jhana e che si affacceranno e sosteranno nelle vostre meditazioni) nel vostro petto, come per la meditazione seduta, inviando questi sentimenti al vostro compagno spirituale, oppure ai passanti (se siete in un posto di passaggio), al luogo dove vi trovate e agli esseri che lo popolano, come gli animali intorno a voi (anche se non li vedete), a tutti gli esseri e così via. Oppure se ne sentite proprio il bisogno o non potete fare altrimenti, inviate tali sentimenti a voi stessi. E’ importante sorridere durante tutta la pratica (e anche oltre!).
Rispettate i tempi minimi di una sessione al giorno per circa 15-20 minuti. Aggiustate la pratica secondo necessità. Anche nei ritiri online e residenziali questa è la quantità minima.
Una volta instauratasi, questa pratica renderà la vostra mente costantemente centrata, raccolta e non intenta alle sue continue elucubrazioni. Meditare sul cuscino sarà ancora più facile. Infatti, ogniqualvolta ci sediamo a meditare dobbiamo (soprattutto agli inizi) ricominciare a trovare quella centratura mentale necessaria. La meditazione camminata rende tale momento più vicino, come se avessimo lasciato una pentola d’acqua sul fuoco a sobbollire al minimo, accelerando i tempi per una completa ebollizione futura, da raggiungere durante la nostra pratica seduta.
Buona passeggiata!
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La meditazione camminata spesso è la parte della pratica più osteggiata, trascurata e a volte completamente aggirata. In alcune tradizioni Mahayana (la tradizione instauratasi nei secoli successivi alla Parinibbana, o morte del Buddha, soprattutto in Cina, Giappone, Corea e Tibet, basata su insegnamenti non necessariamente riconducibili al Buddha, ma a maestri venuti molto tempo dopo) addirittura non è contemplata secondo, invece, quanto previsto dagli insegnamenti originali del Buddha. 
Io stesso sono stato agli inizi un praticante indolente per quanto concerne questa pratica ed invece abbondavo nelle ore di meditazione seduta. Solo più tardi con l’esperienza ho capito che gli insegnamenti del Buddha non sono mai casuali e superflui.
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La Meditazione camminata nei Brahma Vihara (Dimore Sublimi)
Un andatura normale per un processo normale e non rallentato e controllato.
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