Centro Italiano di Meditazione



SuttaMagga
ARTICOLO
Mahâ dukkha khandha Sutta
(dalla raccolta Majjhima Nikaya N. 13)
Il Grande Discorso sulla Sofferenza degli Aggregati
Un discorso (Sutta) importante sull'origine della sofferenza, l'attaccamento e i 5 aggregati.
Dopo i convenevoli i monaci si sedettero da una parte e gli altri erranti dissero loro:

“Amici cari, l’asceta Gautama [n.d.t. il secondo nome del Buddha] spiega la retta comprensione [n.d.t. parinna in Pali, col significato di trascendere o abbandonare] dei piaceri connessi ai sensi. E anche noi lo facciamo; Egli spiega la retta comprensione delle forme materiali e anche noi lo facciamo; Egli spiega la retta comprensione delle sensazioni e anche noi lo facciamo. Qual è dunque, cari amici, la distinzione tra ciò che insegna l’asceta Gautama nell’esporre il Dhamma e quello che insegniamo noi, ovvero la differenza tra le sue istruzioni e le nostre?”
A quelle parole i monaci non commentarono in alcun modo le parole appena udite, si alzarono e si allontanarono, pensando che avrebbero capito il senso di tali domande direttamente dalle spiegazioni del Buddha.
Dopo che ritornarono dalla questua nella città di Sâvatthî e dopo aver consumato il loro pasto, andarono subito dal Buddha e, avendogli porto i loro ossequi, si sedettero accanto a lui e gli raccontarono ciò che era avvenuto.
Allora il Sublime disse:
“O monaci, alle parole di quegli erranti di altre dottrine avreste dovuto rispondere così: ‘Ma amici, cos’è dunque la gratificazione che nasce dai sensi, la tribolazione che deriva dai sensi e il superamento del piacere dei sensi? Che cos’è la gratificazione, la tribolazione e il superamento delle forme materiali e anche delle sensazioni? Se li aveste interrogati così quelle persone non avrebbero saputo cosa rispondere e anzi si sarebbe trovati in difficoltà. E sapete perché? Perché non appartiene al loro sapere. Vedete o monaci, non esiste nessun altro al mondo con i suoi deva [n.d.t. esseri celestiali], accompagnato dai suoi buoni o cattivi spiriti, con le sue schiere di asceti e bramani, di dei e di uomini che potrebbe soddisfare la mente altrui rispondendo a tali domande, se non il Tathagata [n.d.t. nome con cui il Buddha si rivolge a se stesso e che significa letteralmente “Colui che è andato e che è tornato”], oppure un suo discepolo, o coloro che hanno appreso quelle nozioni da loro.”


[1 - Il piacere dei sensi]
“E qual è, o monaci, il senso di gratificazione che deriva dal piacere dei sensi? Ci sono cinque (5) tipologie di piaceri connessi ai sensi. E quali sono queste cinque tipologie? Le forme materiali, che possono essere conosciute mediante la vista, forme desiderate, amate, gradevoli, piacevoli, connesse al piacere dei sensi ed eccitanti. I suoni che possono essere conosciuti dall’udito… Gli odori conosciuti dall’olfatto… I sapori conosciuti dal gusto… Gli oggetti materiali conosciuti tramite il contatto del corpo che sono desiderati, amati, gradevoli, piacevoli, connessi al piacere dei sensi ed eccitanti. Queste, dunque, sono le cinque (5) tipologie del piacere legato ai sensi. Quindi il desiderio e la gioia che sorgono a causa di queste cinque tipologie di piacere donano il senso di gratificazione che nasce dalle percezioni sensoriali.”
“E qual è, o monaci, la tribolazione che deriva dalle percezioni sensoriali? Supponiamo che il membro di una famiglia si mantenga attraverso una qualsiasi attività lavorativa, come agricoltore, mercante, soldato, contabile e così via; egli dovrà per questo affrontare il caldo e il freddo, affrontare tafani, zanzare, il sole e il vento, o qualsiasi altra creatura strisciante; egli potrà anche patire fame e sete. Ora questa è la tribolazione correlata ai sensi, una grande sofferenza in questa stessa vita, causata e generata dalle percezioni sensoriali e in queste radicata.”
“Se un tale lavoratore non guadagna ricchezze dal suo lavoro, dai suoi sforzi e fatiche, egli soffre, patisce e si lamenta, piange percuotendosi il petto e disperato grida: ‘Vano è il mio lavoro e non v’è ricompensa alla mia fatica!’ Anche questa è tribolazione che deriva dal desiderio dei sensi, una grande sofferenza in questa stessa vita, causata e generata semplicemente dalla brama dei sensi.”
“Se, invece, un tale lavoratore acquisisce ricchezze dal suo lavoro, dai suoi sforzi e fatiche, allora così si tormenta nell’ansia e nella pena per proteggerle: ‘Come potranno i miei beni essere preservati dai re e dai ladri, dal fuoco e dalle inondazioni, o sottratti alla cupidigia di parenti malevoli?’ E mentre si danna a proteggere e custodire le sue proprietà, i re, i ladri e i suoi parenti usurpano le sue ricchezze, o il fuoco e l’acqua le spazzano via. Ed egli quindi soffre, patisce e si lamenta, piange percuotendosi il petto e disperato grida: ‘Ho perso tutte le mie ricchezze!’ Anche questo, dunque, è la tribolazione legata al desiderio dei sensi, causata e generata semplicemente dal desiderio dei sensi e radicata nella brama dei sensi.”
“E ancora a causa del desiderio dei sensi… i re entrano in conflitto con altri re, principi con principi, sacerdoti con sacerdoti, cittadini con cittadini; madri che litigano con i propri figli, figli con le madri, padri con figli e figli con i propri padri; fratelli con fratelli, fratelli con sorelle e sorelle con fratelli, amici con amici. Così caduti in discordia e mossi da liti e contese si scagliano uno contro l’altro con pugni, pietre, bastoni e coltelli, infliggendosi morte o immane sofferenza. Anche questo, dunque, è la tribolazione connessa al desiderio dei sensi, una immane sofferenza presente in questa stessa vita, causata e generata dal desiderio dei sensi e radicata semplicemente nella brama dei sensi.”
“E ancora a causa del desiderio dei sensi… gli uomini brandiscono spade e scudi, arco e faretra, schierandosi in eserciti contrapposti nella battaglia, in cui le frecce e le lance volano e le spade scintillano; e lì vengono feriti dalle frecce e dalle lance, […] colpiti da liquidi incandescenti e schiacciati sotto enormi macigni e le loro teste tagliate di netto dalle spade, causando morte e immane sofferenza. Anche questo è il rischio e la tribolazione del desiderio che scaturisce dai sensi, una grande sofferenza visibile in questa stessa vita, causata e generata dal desiderio dei sensi e radicata semplicemente nella brama dei sensi.”
“E di nuovo a causa del piacere dei sensi… gli uomini irrompono nelle abitazioni, saccheggiano i beni altrui, derubano, tendono imboscate sulle strade, importunano le moglie altrui e quando vengono acciuffati, i re ordinano di infliggere loro pene e tormenti… fino a causare la loro morte o sofferenze indicibili. Anche questo, dunque, è la tribolazione connessa al desiderio dei sensi, una immane sofferenza presente in questa stessa vita, causata e generata dal desiderio dei sensi e radicata semplicemente nella brama dei sensi.”
“E ancora a causa del piacere dei sensi… la gente è indulgente con la cattiva condotta dei propri corpi, delle loro parole e delle proprie menti. E a causa di ciò, dopo la dissoluzione del corpo fisico in seguito alla morte, essi rinascono in stati dove regna l’infelicità, finendo in mondi inferiori per poi perdersi e dannarsi. Anche questo, dunque, è la tribolazione connessa al desiderio dei sensi, una immane sofferenza che sarà presente nella vita che verrà, causata e generata dal desiderio dei sensi e radicata semplicemente nella brama dei sensi.”
“E qual è, dunque, o monaci, il modo per trascendere, superare e abbandonare la brama dei sensi? E’ rimuovere il desiderio ardente connesso al piacere dei sensi.”
“Quegli asceti e bramani che non capiscono realmente che cosa sia la gratificazione, la tribolazione e il superamento del piacere dei sensi non possono in alcun modo istruire se stessi né nessun altro. Solo coloro che comprendono a fondo la gratificazione, i pericoli e il superamento del piacere dei sensi possono istruire e diffondere tale conoscenza.”


[2 - Forme materiali]
“E qual è, o monaci, la gratificazione che riguarda le forme materiali? Immaginate una principessa o una vergine bramana, o semplicemente la figlia di un laico, nel fiore dei suoi 15 o 16 anni, non troppo alta né troppo bassa, non troppo piena né troppo sottile, non troppo scura né troppo chiara. Non apparirà di una splendente bellezza al culmine della sua magnificenza?”
“Certamente Signore.”
“E quindi il piacere e la gioia che sorgono di fronte a tanta bellezza e grazia sono le gratificazioni collegate alle forme materiali.”
“E quali sono, dunque, o monaci, le tribolazioni che derivano dalle forme materiali? Immaginate quella stessa donna più avanti nel tempo e invecchiata considerevolmente, nei suoi ottanta, novanta o cento anni, ricurva, consunta, appoggiata ad un bastone, fragile, tremolante, appassita, edentula, canuta, quasi calva, piena di rughe e la pelle piena di macchie. Che ne pensate o monaci? La tribolazione è divenuta manifesta, mentre la gioventù e la bellezza sono completamente svanite?
“Certo Signore.”
“Questi sono dunque i pericoli correlati a possedere una forma.”
“Ed ancora immaginate quella stessa donna inferma, sofferente e gravemente malata, che giace nella sua stessa urina ed escrementi, accudita e sollevata da altri. Che ne pensate o monaci? La tribolazione è divenuta manifesta, mentre la gioventù e la bellezza sono completamente svanite? Questi sono i pericoli correlati a possedere una forma.”
“Ed ancora immaginate quella stessa donna ormai cadavere e gettata in una fossa, uno, due o tre giorni dopo la morte, gonfia, livida e imputridita. Che ne pensate o monaci? La tribolazione è divenuta manifesta, mentre la gioventù e la bellezza sono completamente svanite? Questi sono i pericoli correlati a possedere una forma.”
“Oppure immaginate la stessa donna ormai cadavere e gettata in una fossa, divorata dai corvi, rapaci, avvoltoi, cani, sciacalli o dalle innumerevoli varietà di vermi…ormai solo uno scheletro con pezzi di carne insanguinata, o senza sangue, o solo ossa attaccate e tenute assieme dalle stesse articolazioni… poi le ossa separate e sparse in tutte le direzioni, le ossa della mano qui e più avanti quelle del piede, qui un femore e lì una costola, qui un altro pezzo e lì il cranio…ossa ormai bianche consunte, del colore delle conchiglie… ossa ammucchiate, corrose dal tempo, imputridite e poi trasformate in polvere. Che ne pensate o monaci? La tribolazione è divenuta manifesta, mentre la gioventù e la bellezza sono completamente svanite? Questi sono i pericoli correlati a possedere una forma.”
“E qual è, dunque, o monaci, il modo per trascendere, superare e abbandonare i pericoli della forma? E’ rimuovere il desiderio ardente connesso al piacere della forma.”
“Quegli asceti e bramani che non capiscono realmente che cosa sia la gratificazione, la tribolazione e il superamento delle forme materiali non possono in alcun modo istruire se stessi né nessun altro. Solo coloro che comprendono a fondo la gratificazione, i pericoli e il superamento delle forme materiali possono istruire e diffondere tale conoscenza.”


[3 - Sensazioni]
“E che cos’è dunque, o monaci, la gratificazione legata alle sensazioni? Prendete per esempio una persona, al riparo dalla brama e da stati non salutari, che entra e dimora nel primo Jhana, che è accompagnato da pensieri e cogitazione, nonché dalla gioia e felicità che nascono da tale isolamento. In questo stato egli non può più alimentare le proprie afflizioni o quelle altrui. Egli sente soltanto che è libero dalle afflizioni. Tale libertà dalle afflizioni, io dico, è la somma gratificazione riguardante le sensazioni.”

“E ancora con l’avvento del secondo Jhana, accompagnato dalla cessazione del movimento dei pensieri e della cogitazione… con l’avvento del terzo Jhana dove svanisce la gioia… o con l’avvento del quarto Jhana in cui non c’è più dolore né piacere. In questi stati egli non può più alimentare le proprie afflizioni o quelle altrui. Egli sente soltanto che è libero dalle afflizioni. Tale libertà dalle afflizioni, io dico, è la somma gratificazione riguardante le sensazioni.”
“E qual è dunque, o monaci, la tribolazione collegata alle sensazioni? Le sensazioni sono impermanenti, mutevoli e conducono a sofferenza. Questo è il pericolo connesso alle sensanzioni.”
“E in che cosa consiste il superamento delle sensazioni? E’ rimuovere il desiderio ardente connesso al piacere della forma.”
“Quegli asceti e bramani che non capiscono realmente che cosa sia la gratificazione, la tribolazione e il superamento delle sensazioni non possono in alcun modo istruire se stessi né nessun altro. Solo coloro che comprendono a fondo la gratificazione, i pericoli e il superamento delle sensazioni possono istruire e diffondere tale conoscenza.”
“Tali furono le parole del Beato e i monaci, soddisfatti, si rallegrarono all’udire le sue parole.”
Majjhima Nikaya
Questo è quello che ho udito. Una volta il Sublime soggiornava presso la città di Sâvatthî, nella Selva di Jeta, nel giardino di Anâtapindiko. Non appena fece giorno, alcuni monaci, provvisti di mantello e scodella, si avviarono verso Sâvatthî per la questua. Fu allora che così rifletterono: 'È ancora troppo presto per girare per la città in cerca di offerte. E se andassimo al parco dove si trovano gli erranti di altre dottrine?'
Così fecero e non appena arrivati al parco salutarono le persone già presenti.
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